TV Italian Style

C: Canzonissima

Rachel Haworth / Giancarlo Lombardi Season 1 Episode 3

Today's episode focuses on just one varietà but it's an important one: Canzonissima. This series featured on Italian television screens throughout the 1950s, 60s, and 70s (even if it did undergo occasional changes in title) and helped to launch and establish many famous faces in this period. The premise of the show was a song competition that was linked to the New Year's National Lottery in Italy and viewers were encouraged to vote each week for their favourite singer by sending in postcards, which would then also be entered into the draw for lottery prizes. In this episode, I'm joined by TV expert and fan of Canzonissima, Giancarlo Lombardi, and together we uncover and discuss the different elements of the show that made it so popular.

Apologies for the sound quality of this episode in places (due to the challenges of recording online) but hopefully this will not affect your enjoyment of Canzonissima!

Speaker1: [00:00:00] La Rai Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive. Signore e signori, buon divertimento.

 

Rachel Haworth: [00:00:12] Signore, signori, Welcome to the ‘TV Italian style’ podcast where we’re celebrating the golden age of Italian television of the 1950s, 60s and 70s. I'm Rachel Haworth, historian of twentieth century Italy and huge fan of wonderful [00:00:30] black and white variety shows from Italy and beyond. I’m joined today by another fan of the varietà and expert on Italian television more broadly, Giancarlo Lombardi. Giancarlo, Thank you so much for joining me for today's episode.

 

Giancarlo Lombardi: [00:00:48] Grazie. È veramente un piacere essere qui. Ed è bellissimo trovarsi a parlare di varietà perché è una cosa della quale non si parla quando si parla di televisione soprattutto quando [00:01:00] si parla della televisione di quel periodo. Quindi grazie veramente grazie.

 

Rachel Haworth: [00:01:05] Thank you to you. Well, today's episode is a little bit different to the episodes for A and B because we're going to be focusing on just one television show that was first broadcast in 1957 and that aired for its final series in 1974: that is Canzonissima. Although there were some [00:01:30] changes to the show’s title at the start and during the 1960s, the programme was broadcast every year and quickly became a firm favourite with audiences. Giancarlo, why do you think the programme was so popular?

 

Giancarlo Lombardi: [00:01:46] Beh, io qui parlo prima di tutto come una persona nata nel 1965 e quindi nel 1965, significa che avevo cinque anni quando Canzonissima [00:02:00] era al suo apice negli anni di Carrà, Corrado. Beh, Canzonissima era la cosa più importante in televisione in quel periodo, e lo era quanto lo erano i programmi di Mike Bongiorno. E ad esempio, per un ragazzino di quegli anni era molto chiaro c'era questa soglia oltre la quale non si poteva stare in piedi, cioè si andava a letto dopo Carosello, quindi alle otto e mezzo una [00:02:30] cosa del genere. Però c'erano delle eccezioni, più o meno queste erano eccezioni valide in tutte le famiglie italiane: il giovedì per Rischiatutto, quindi per Mike Bongiorno e il sabato sera per Canzonissima. Però con Canzonissima era diverso. Cioè se con Rischiatutto e con i quiz di Mike Bongiorno l'idea era proprio di vedere una persona qualsiasi della strada che poteva diventare milionario perché aveva studiato così tanto. Poi, naturalmente, [00:03:00] a guardarlo dagli occhi del 2024 erano persone che avevano imparato a memoria tante, tante nozioni. Per quello che riguardava invece Canzonissima si trattava di parlare di cantanti e vedere cantanti che più o meno venivano invitati a presentare tutto il loro repertorio nell'arco di mesi, da settembre, ottobre al 6 gennaio e in gara fra di loro. 

Questa era una cosa molto, molto [00:03:30] poco consueta e naturalmente l'Italia di quei tempi era già molto abituata alle gare attraverso il Festival di Sanremo, ma il Festival di Sanremo degli anni ‘60 ‘70 non era così lungo come lo è oggi, mentre invece Canzonissima era come il campionato di calcio, cioè era una sorta di campionato di calcio dei cantanti che ogni settimana metteva l'uno contro l'altro gruppi di cantanti di diverse generazioni e l'audience era particolarmente [00:04:00] investita perché si votava da casa. Negli anni ‘60 e ‘70 lo spettatore era presente solo così, cioè votando, votando queste cartoline mitiche che ricordo benissimo come se fosse oggi, dietro le quali si mettevano i nomi di due cantanti e quindi si aspettava poi la settimana successiva per vedere le eliminazioni perché poi quello che contava era chi veniva eliminato e fin dai primi round perché poi erano tutte una [00:04:30] serie erano una serie di round ed era molto interessante. Quindi c'era una partecipazione a tutti a tutte le età e io a cinque anni sei anni sette anni, impazzivo per questa cosa e era veramente straordinaria.

 

Rachel Haworth: [00:04:47] I think you’ve touched on there what struck me as some of the features that were key to Canzonissima’s success, but also the things that made it… actually I’m going to claim unique I think, [00:05:00] I think it's a unique show on Italian TV. Yes, you said there were other song competitions, obviously there’s Sanremo, we said in the episode for B that there were opportunities for pop stars to appear on lots of shows in the 50s and 60s and 70s. Yes, viewers could write to their favourite programmes, but you had this combination on Canzonissima of song competition, of the stars and of that audience participation and that’s [00:05:30] what makes it special and what made it popular. Now for those of you who have never had the pleasure of watching an episode of Canzonissima, let’s try and explain how the show actually worked, starting with what was I think an important element of the show’s appeal and that’s the sigla, the song that would play over the opening credits. To give you a flavour, here’s another famous C from the period, Raffaella Carrà from the 1970 edition of [00:06:00] Canzonissima, which she would host with Corrado and which would play an important role in establishing her as a popular variety star and host of this period.

 

Speaker2: [00:06:13] Che bella festa! Che splendida festa! Il punto per noi. Chissà [00:06:30] chi la manda. A suonare per noi. Che cannonate. Che cannonate. Viste le. Viva, viva, viva chi vuole. Si può. Per fare un. Al coro con me. È. [00:07:00] Hai trovato la via giusta. La celebrità. È musica, ma è. Questa bella sinfonia, il mondo canterà.

 

Rachel Haworth: [00:07:14] Giancarlo, what role do you think this and the other sigla play in establishing Canzonissima’s popularity?

 

Giancarlo Lombardi: [00:07:23] Penso che in realtà la sigla era in assoluto la canzone più importante di ogni anno. E [00:07:30] paradossalmente in una gara in cui si votavano per i cantanti, per tutti questi cantanti, la canzone più importante era quella per la quale non si votava e che tutti gli italiani conoscevano. E permettimi di aggiungere un altro aneddoto. Nel ‘71 io facevo la seconda, la terza elementare, e venne in classe la maestra di musica che voleva sentire che cosa, come cantavamo prima di selezionarli. E [00:08:00] io mi alzai e cantai tutta la sigla di Canzonissima, che in questo caso non era ‘Ma che musica, maestro!’, ma era quella dell'anno dopo ‘Chissà se va’. Cioè, l'idea di queste canzoni era proprio l'allegria che mettevano. Avremo modo più avanti di parlare di un'altra sigla molto importante che le precede.

 

Rachel Haworth: [00:08:20] So as well as having a theme song for each series that would come back each week, the programme also had this well-known, well established format [00:08:30] that would return each year and that meant that audiences were familiar with the programme and also how everything worked. Giancarlo I'm going to ask you to explain that format for us, please.

 

Giancarlo Lombardi: [00:08:42] Beh, il format della... di Canzonissima era tutto sommato molto semplice. I cantanti in gara ogni sera erano divisi, spesso in uomini e donne. A ripensarci adesso viene da ridere e ogni [00:09:00] cantante cantava una canzone dal suo repertorio. Ora la cosa più riconoscibile di Canzonissima, dei cantanti, di Canzonissima, delle canzoni in gara a Canzonissima, era che il cantante cantava con il microfono in alto, la giraffa, che si vedeva molto visibilmente. Un'altra cifra stilistica di Canzonissima era che tutti i cantanti erano seduti in studio mentre uno di loro cantava [00:09:30] quindi li vedevi. E allora dopo che cantavano, immediatamente dopo l'esibizione, c'era una prima votazione e dopo di che veniva stilata la classifica. Poi c'erano una serie di giochi nei quali i cantanti venivano coinvolti e naturalmente qui non parliamo di programmi che duravano un'eternità come durano oggi in televisione. Cioè, in ogni caso una puntata di Canzonissima durava un paio d'ore. Alla fine del programma... [00:10:00] e durante il programma, fra le canzoni, le esibizioni, c'erano molti ospiti e quando parliamo di molti ospiti parliamo dei grandi del cinema, della televisione e del teatro. E poi alla fine venivano ricordate le canzoni in gara e si chiudeva con questo slogan ‘Votate, votate, votate’. E a quel punto noi sapevamo quello che dovevamo fare dal giorno dopo.

 

Rachel Haworth: [00:10:25] I know having worked some of the early episodes of Canzonissima, that audience [00:10:30] involvement in the show really struck me and it was a particular feature of the few episodes that exist of Canzonissima from the ’58 series. That one was the first series that would bear the name Canzonissima and that was after the 1956 radio version called Le canzoni della fortuna and the ’57 television version Voci e volti della fortuna. Both of those established the idea [00:11:00] of a programme where you’d get this song competition linked to the New Year’s lottery, but the 1958 series was then the first to feature professional singers computing against one another to have their song crowned the most popular and the winner that year was Nilla Pizzi with the song ‘L'edera’. Now very few recordings of programmes from the end of the 1950s have been saved, but I was lucky enough to be able to watch one that's been preserved [00:11:30] in the archive from the 1958 series. That was hosted by Renato Tagliani and one of the things that was actually very alien to me watching it was how the TV viewers at home were involved in the programme. Yes, they could vote, but midway through the performance of the different songs that the audience were voting for as their favourite, Renato Tagliani announces the winners of the lottery and he reads the winners; names and addresses, something that you really wouldn’t do today, [00:12:00] and as he’s doing that, you get photographs and even short video clips of them appearing on screen. But the effect of showing the winners and the streets where they lived, sometimes even their homes and their families, creates this feeling of ‘everybody is involved in the programme’ and they are part of one big community of television viewers. That was a really important aspect of Italian TV in the 1950s, which as a new medium was trying to establish an audience for itself. [00:12:30]

 

Speaker3: [00:12:32] [Nilla Pizzi singing ‘L’edera’]

 

Rachel Haworth: [00:12:41] Giancarlo, I think we ought to mention the 1959 series as well, actually, because it played an important role in establishing the popularity and career of one of Italy's famous cinema stars of the 50s and 60s, and that's Nino Manfredi. He co-hosted with Delia Scala [00:13:00] and Paolo Panelli. You get songs and dance routines and sketches from the hosts intermingled with the performances from the competitors. Giancarlo, can you explain how Canzonissima helped to establish his popularity with audiences?

 

Giancarlo Lombardi: [00:13:17] Beh, posso dire, Posso dire che tutto viene riassunto attraverso la frase che Manfredi usava. Fusse che fusse la volta buona. Perché è così importante questa [00:13:30] frase di Manfredi che in tutte le puntate di Canzonissima di quell'anno e aveva sempre almeno uno sketch con il ruolo del barista di Ceccano? Era l'idea del fatto che non c'era solo la rappresentazione tradizionale di stelle televisive che venivano dalle grandi città italiane soprattutto Roma però poi anche Napoli [00:14:00] anche Milano anche Torino e Firenze, ma la realtà era che Manfredi rappresentava la provincia. Rappresentava quella provincia che aveva un accento molto forte e aveva un accento meno televisivo diciamo ma molto più divertente per certi versi cioè con una simpatia immediata. La frase di Manfredi, fusse che fosse la volta buona, era anche legata allo stesso messaggio della lotteria, cioè [00:14:30] l'idea della vittoria, del successo che a un certo punto deve venire a tutti. Ora Manfredi rappresentava questa simpatia immediata che non era la simpatia forbita di un Vittorio Gassman. E non era la romanità di tanti altri personaggi famosi del tempo. Anche la napoletanità di tanti comici di quegli anni.

 

Rachel Haworth: [00:14:59] Well I managed to find a [00:15:00] clip of Manfredi as the barista so let’s have a listen.

 

Giancarlo Lombardi: [00:15:06] Favoloso. Favoloso.

 

Speaker4: [00:15:11] Oggi mi ci metto proprio di punta. [Visto che fare sorteggi] che sarebbe arrivata l'ora di vincere qualche premio. Fusse che fusse la volta buona, vedemo un po’. Tenente Sheridan, leggi pure la tessera. Qua non c'è niente da fare. Tutto a posto, vedi? 

Speaker5: [00:15:26] Momento. Momento, Momento, momento.

 

Speaker4: [00:15:28] Qua c’è il nome mio e tutto. 

 

Speaker5: [00:15:29] Qui c'è un'impronta. 

 

Speaker4: [00:15:30] Hanno quella impronta di Bastiano che ci ha lasciati. Gliel'ho detto, gliel'ho prestata. Non l'ha lasciata, 

 

Speaker5: [00:15:35] Sì ma copre il nome Com'è? Manfredini? 

 

Speaker4: [00:15:39] Manfredini. 

 

Speaker5: [00:15:40] Ma che razza di nome è? 

 

Speaker4: [00:15:41] Lei non lo può dire perché l'hanno scoperto si chiama Ezechiele. Ezechiele Sheridan si chiama, sì. Manfredini. Ha letto bene? 

 

Speaker5: [00:15:49] Sì, ho letto bene. 

 

Speaker4: [00:15:50] Allora, tenente, se posso fare una preghiera

 

Speaker5: [00:15:53] Avanti. 

 

Speaker4: [00:15:54] Veda di rileggere questo il nome sull'elenco dei vincitori. 

 

Speaker5: [00:15:57] Certo, gli fa piacere. 

 

Speaker4: [00:15:58] E io poi gli offro [un pugno]. 

 

Speaker5: [00:16:00] No, no, grazie, perché io bevo soltanto latte 

 

Speaker4: [00:16:03]  Eh mannaggia, ma nata male pure così. 

Speaker5: [00:16:05] Allora leggo i nomi? Tutto regolare? Posso? Ha vinto il premio di 1.000.000 la signora Carla Osella, viale Cassiodoro 5, Milano. Il premio di mezzo milione il signor Ugo Cassan, via Castel Lamberto, Brunico, Bolzano. 

 

Speaker4: [00:16:30] Niente, niente. E come disse Abramo Lincoln di fronte a tutto il Congresso, anche stavolta mi hanno fatto fesso.

 

Rachel Haworth: [00:16:42] Canzonissima would continue annually into the 1960s with a series of different hosts. Lauretta Masiero, Alberto Lionello and Aroldo Tieri in 1960. Sandra Mondaini in 1961 and Dario Fo and [00:17:00] Franca Rame in 1962, which would actually turn out to be something of a scandalous year. Giancarlo, do you want to explain a bit about Dario Fo and Franca Rame, and what they were famous for at this point?

 

Giancarlo Lombardi: [00:17:14] Come molti dei protagonisti delle prime Canzonissima, Dario Fo e Franca Rame venivano dal mondo del teatro. Il tipo di teatro di Dario Fo e Franca Rame era fortemente politicizzato, [00:17:30] quindi erano dei nomi associati alla protesta o in ogni caso ad una forte coscienza politica e una forte coscienza politica che naturalmente andava a scontrarsi contro l'Italia del monocolore. Cioè quelli erano gli anni dei governi monocolore, della presenza del monopolio della Democrazia Cristiana. Quindi loro erano già sicuramente conosciuti per questo e sorprende [00:18:00] che la RAI di quegli anni scelga due voci che erano così all'opposto di ciò che la RAI rappresentava per certi versi.

 

Rachel Haworth: [00:18:11] It definitely is surprising and surely it would make them quite a dangerous choice for RAI, for want of a better world.

 

Giancarlo Lombardi: [00:18:20] Sì, è sorprendente però allo stesso tempo forse testimonia anche una certa apertura mentale di alcuni funzionari [00:18:30] RAI di quegli anni, gli anni del monocolore, ripeto. Certo che un conto è stato immaginare di mettere in mano Canzonissima, Dario Fo e Franca Rame e un altro poi invece scoprire come una televisione così censurata come era la televisione degli anni 60 e 70 poteva reagire alla mancanza di controlli che la presenza [00:19:00] la presenza in scena di Fo e Rame comportava.

 

Rachel Haworth: [00:19:06] I think what you've just said there about censorship, let’s just pick that up a moment because in the first episode, we talked a little bit about the political control and interventions that surrounded RAI in the 1960s. But I think we maybe need to explain quite how censorship worked on television in this period. There was actually an internal discipline code in force that informed [00:19:30] what was or was not appropriate to show on television screens. As far as content was concerned, there was even a detailed list of topics that could not be discussed on television. That list included: divorce; extra-marital affairs, crime, sex, and anti-government strikes and sentiment. For Dario Fo, Franca Rame and Canzonissima, the story goes that after seven episodes [00:20:00] and increasingly severe censure of their sketches and routines, they left the studios a mere thirty minutes before the broadcast of the eighth episode of Canzonissima on the 29th of November 1962, leaving the show to air without its hosts. An article published by the magazine Epoca sought to reconstruct the events of that evening for the public. Giancarlo, [00:20:30] do you want to read part of that article?

 

Giancarlo Lombardi: [00:20:33] Certo. Giovedì 29 novembre, ore 21:11, appare sui teleschermi un’annunciatrice che tranquillamente comunica: Dario Fo e Franca Rame si sono ritirati da Canzonissima. Telefoni e telescriventi sono presi d'assalto. Ore 21:14. “I tuoi baci non sono semplici baci, uno solo ne vale almeno tre” cantano Germana Cairoli e Gino [00:21:00] Corcelli davanti a spettatori che cominciano a chiedersi come andrà a finire. Contemporaneamente, negli studi televisivi di Milano, Dario Fo dichiara: “Mi sono ritirato da Canzonissima perché mi è stato eliminato dallo spettacolo che sarebbe dovuto andare in onda stasera uno sketch sui lavoratori edili già approvato dalla direzione della Rai-Tv dopo alcune modifiche apportate dallo stesso da me congiuntamente agli altri autori Chiosso e Molinari”. Partono i telegrammi con le prime proteste [00:21:30] indirizzate alla Direzione generale della Rai. Arriva negli studi televisivi un avvocato per studiare i documenti. Ora 21:22. “Nessuno, ti giuro, nessuno, neppure il destino, ci può separare”. Betty Curtis, vestita e pettinata come Aida, canta l'ultima canzonetta. Negli uffici televisivi gli avvocati sono diventati due. Dario Fo e Franca Rame lasciano il palazzo. Li accompagnano fotografi, collaboratori e congiunti. La [00:22:00] Rai tv, che a suo tempo aveva già approvato la scenetta edile di Fo, dirama ora il seguente comunicato: “Dario Fo e Franca Rame hanno chiesto di non prendere parte stasera alla trasmissione di Canzonissima. I due attori hanno ritenuto di non accettare la richiesta loro avanzata dalla direzione della Rai per la sostituzione di uno sketch già esaminato a suo tempo nel testo e infine non ritenuto opportuno per i significati che avrebbe potuto assumere la trasmissione in questi giorni. [00:22:30] È infatti in corso una vertenza nel settore edile. I datori di lavoro e i lavoratori, non avendo raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto di lavoro, hanno chiesto un intervento di mediazione delle autorità governative”. Contando quelli della televisione. Gli avvocati che studiano i documenti sono ora cinque o sei.

 

Rachel Haworth: [00:22:50] By Friday November 30th, the newspapers were all covering the scandal and there were calls in government to investigate why an already approved sketch [00:23:00] had been cut, purely because certain right-leaning individuals would have been offended by a sketch that satirised an employer who did not want to pay out for handrails to protect his employees and would rather use the money to buy a nice gold ring for his girlfriend. Given the ongoing employment dispute in the building sector, some might have felt the sketch was criticising them. According to the communist newspaper L'unità, “Fo non è stato [00:23:30] al gioco e oggi la sua reazione si fa forte della protesta di milioni e milioni di spettatori. Diventa uno scandalo politico. As for Canzonissima, the title would again appear until 1968 even if the format of a television programme with a song competition linked to the lottery would remain. There was Gran Premio in 1963, where singers representing Italy’s regions competed [00:24:00] against one another. In 1964, Napoli contro tutti where Neapolitan songs were pitched against songs and singers from other cities and even other countries. La prova del nove in 1965, hosted by Corrado, brought back the song competition format of Canzonissima where each week, four modern post-1940 songs competed against four traditional pre-1940 [00:24:30] songs. And in 1966, with Scala reale, and 1967, with Partissima, the competing singers were put into teams to compete against one another. Canzonissima would finally return in 1968 with Walter Chiari, Paolo Panelli, and Mina as hosts, and again in 1969 with Johnny Dorelli, Raimondo Vianello, and the Kessler [00:25:00] twins at the helm. Giancarlo, do you want to talk a little bit about that 1969 edition?

 

Giancarlo Lombardi: [00:25:06] Sì, penso che sia molto importante parlare della Canzonissima del 69. Però al posto mio lascerò parlare Francesco Piccolo. Vi leggerò le prime due pagine di questo bellissimo volumetto chiamato L'Italia spensierata. E il prologo di questo di questo libro si chiama quelli belli come [00:25:30] noi che era il titolo della canzone. Molti anni fa, nell'inverno del 1969, avevo cinque anni e mia sorella tre. Il sabato sera mia madre ci faceva il bagno, ci asciugava i capelli per un tempo infinito, ci riempiva di borotalco, ci infilava in pigiama. Mio padre veniva a prenderci in bagno e in braccio, ci portava in soggiorno su un divano enorme. Poi andavamo di là mentre noi vedevamo Carosello e preparavano dei grossi panini [00:26:00] con la frittata che erano morbidissimi grazie all'olio e al calore. Ci sedevamo tutti e quattro sul divano e mangiavamo aspettando. L'annunciatrice diceva che stava per cominciare, infatti apparivano le gemelle Kessler, seguite in ogni movimento da un microfono gigantesco che cadeva dall'alto, che cadeva dall'alto. Si chiamava la giraffa. Ballavano con sincronia perfetta, con l'intento credo, di apparire una lo specchio dell'altra e ci dicevano [00:26:30] che se cantavamo insieme a loro quella sera eravamo belli come loro e se non cantavamo eravamo brutti. Noi cantavamo ed eravamo più che sicuri di far parte di una comunità molto grande quella sera. Una comunità di gente come noi che aveva la casa occupata dall'odore di borotalco e di frittata e che cantava come noi. ‘Quelli belli come noi’ è una canzone scritta da Canfora, Verde, Terzaroli e Vaime ed era la sigla di Canzonissima, [00:27:00] il programma di varietà più seguito in quegli anni.

 

Giancarlo Lombardi: [00:27:03] Il varietà televisivo era un modo allegro e sentimentale per far passare serenamente il sabato sera alle famiglie italiane. Ed era anche o quindi un elemento strategico dal punto di vista politico per la costruzione del consenso, per formare una memoria condivisa. Se uno non ha cinque anni o non li ha più, comprende senza illusioni che la sigla del programma era una canzone che mirava a qualcosa. [00:27:30] Era un motivetto allegro e restava nella testa certo. Ma era anche un messaggio molto serio e molto rassicurante che doveva restare nella testa, appunto. In pratica diceva stiamo vivendo anni di cambiamento e di rivoluzioni, grandi o piccole. Stiamo subendo destabilizzazioni. Ma se voi, la grande maggioranza degli italiani seguite noi, state con noi, noi resteremo saldi nei nostri vecchi principi e nessuno potrà farci del [00:28:00] male. Lì fuori la gente urla ma sono pochi e brutti. Qui, al caldo delle case, con tutte le famiglie sui divani unite, siamo tanti e siamo belli. Come poteva venirti voglia se stavi seduto con tutta la famiglia in quell'odore di pulito e di fritto, di stare lì fuori con la minoranza e non qui dentro, con la maggioranza. Del resto anche qualcun altro in quegli anni cantava con convinzione molto successo, un'esortazione simbolico profetica agli italiani, [00:28:30] finché la barca va, lasciala andare. Quella canzone tormentone negli anni mi è rimasta in mente come un evento traumatico. È il punto in cui si incontrano l'omologazione più sfrenata e frenata e la felicità più nitida. Tutta la mia vita è stata un elastico tra la coscienza e l'abbandono, tra la capacità di ragionare su quello che vedo e la volontà di perdermi nella partecipazione.

 

Giancarlo Lombardi: [00:28:56] Ogni volta che mi torna in mente il refrain di ‘Quelli belli [00:29:00] come noi’, la coscienza mi dice che nella sua leggerezza è infida, che va combattuta. Ma la memoria mi porta a un momento perfetto, a un senso di felicità assoluta, quello che ricordo con più rapidità quando penso alla mia infanzia in cui aderivo senza resistenza all'esortazione delle Kessler. Se c'è un punto in cui la mia personalità si sente in bilico tra due esperienze, idee e percezioni del mondo, è quando attraverso il ricordo del singolo della sigla di Canzonissima e [00:29:30] metto a confronto un senso di allarme e una volontà di partecipazione, da lì credo, nasce l'io narrante che vive e indaga l'Italia spensierata. Vorrei solo aggiungere che questa sigla - e invito chi ci ascolta in questo momento ad andarla a cercare su YouTube - era particolare perché la canzone ‘Quelli belli come noi’ si allargava mano a mano che veniva cantata, il campo si allargava a [00:30:00] file di persone che ballavano quasi in marcia dietro alle Kessler e ai presentatori della stagione e dietro c'erano tutti i cantanti, tutti i partecipanti di Canzonissima. Erano una sorta di esercito in parata. Cantava questa canzone che è in assoluto il tormentone di Canzonissima forse ancora di più di quelle di Raffaella [00:30:30] Carrà perché veramente imponeva l'ordine, la bellezza e l'inclusione, così come descrive Piccolo.

 

Rachel Haworth: [00:30:39] I think that’s a wonderful description of that moment in Canzonissima history and how it was received. But then we get to 1970 and everything changes because we have the arrival of Raffaella Carrà, who we heard at the start of the episode [00:31:00] singing the sigla from Canzonissima 70. It was co-hosted then by Corrado and Raffaella and really Canzonissima, I think, is important for establishing Raffaella has a popular TV host. Giancarlo, why do you think that was?

 

Giancarlo Lombardi: [00:31:19] È stato un cambiamento epocale quello del passaggio dal 69 al 70. Non a caso a quel punto siamo in pieni anni di piombo. E [00:31:30] la televisione deve veramente rassicurare e ipnotizzare. E Raffaella Carrà ipnotizzava, ipnotizzava con l'ombelico che mostrava in ogni puntata. In questa televisione così censurata improvvisamente l'ombelico di Raffaella Carrà sembrava il centro del mondo. E Raffaella Carrà si imponeva come questa presenza sbarazzina, senza pensieri [00:32:00] e che attraeva tutti, uomini e donne di tutte le generazioni. Accanto a lei Corrado, questa figura paterna già molto famosa per gli spettatori RAI ma anche per chi ascoltava la radio perché Corrado è associato alla corrida che è questo programma radiofonico della domenica che veramente accompagnava gli italiani in maniera estrema perché erano [00:32:30] dilettanti allo sbaraglio ed era un programma estremamente estremamente famoso che poi fu ripreso più avanti alla televisione negli anni 80. E quindi la presenza di Corrado e Carrà era questa presenza di due persone molto diverse fra di loro anche generazionalmente. Uno molto tranquillo l'altra tutta effervescenza. E Raffaella Carrà. Era il sogno degli italiani in quegli anni. C'era un po ' di tutto [00:33:00] nell'edizione del 1970, che poi naturalmente fu seguita da quella del 71, che fu altrettanto di grande successo.

 

Rachel Haworth: [00:33:10] Yes, you say 1971. Again, Raffaella comes back with Corrado. And I think we need to mention the scandalous moment of the 1971 series. Raffaella would perform the song ‘Tuca tuca’ with Alberto Sordi and in fact it was perhaps a moment to diffuse [00:33:30] a building scandal around Raffaella that was caused by her outfits, her song lyrics, and her dancing. Gente magazine had already held a trial by print of the singer in January of 1971 and the magazine had collected a whole host of different opinions about her from across the music and media industries. The negative comments focused on her unnecessarily revealing choices [00:34:00] in outfits and on her relationship with Gianni Boncompagni who was already and still married at that point, given that divorce in Italy was still illegal in 1971. Public opinion thus painted Raffaella as a ‘rovinafamiglie eccessivamente provocante’ according to researchers Lucia Casiraghi and Nicolò Salmaso. The tuca tuca dance would seem to [00:34:30] support this opinion, as it involved Raffaella touching her male dance partner on the legs, hips, shoulders, and face whilst taking the initiative in the relationship and singing: ‘mi fai impazzire anche se dici sempre no, ma se mi baci probabilmente cambierai’. This was all a bit too much for RAI until Alberto Sordi was proposed by Raffaella as her dance partner. Here’s [00:35:00] a clip of her performing ‘Tuca tuca’ with the famous and popular cinema actor on Canzonissima.

 

[00:35:10] Si chiama un tuca tuca tuca. L'ho inventato io per poterti dire mi piace, mi piace, mi piace, mi piace, mi piace, mi piace, mi piace. Voglio [00:35:30] da te, mamma e quando mi. Alberto, sei stato bravissimo!

 

Rachel Haworth: [00:36:02] The [00:36:00] dance with Sordi took on a fun, almost desexualised aspect as Sordi couldn’t help laughing and shaking his head as he got the moves wrong or was out of time during the routine. The scandalous potential of the dance was diffused and the dance and Raffaella were both accepted, so much so that Raffaella would return to host Canzonissima on her own in 1974. [00:36:30] I’m going to talk more about Raffaella in a later episode so don't miss it. Raffaella wasn't the only female television host whose notoriety was influenced and shaped by Canzonissima. Giancarlo, do you want to explain what happened with Loretta Goggi in 1972?

 

Giancarlo Lombardi: [00:36:51] Loretta Goggi per certi versi è stata considerata la anti Raffaella Carrà per molti anni. Questa è una delle brutte [00:37:00] abitudini della stampa italiana. La stessa cosa fatta fra Mina e Milva, Ornella Vanoni e Iva Zanicchi e Gigliola Cinquetti e Rosanna Fratello. Questa è una cosa che succedeva sempre. Ora la differenza fra Loretta Goggi e Raffaella Carrà era che Loretta Goggi veniva dalla televisione di prosa, dalla prosa, dal teatro di prosa. Aveva fatto moltissime cose in televisione, era molto, molto giovane. Loretta Goggi inizia la sua carriera proprio [00:37:30] molto, molto, molto giovane. Era la giovanissima Beatrice nella vita di Dante e diventa molto famosa attraverso il... nel ruolo della protagonista della Freccia nera, un uno sceneggiato della fine degli anni 60. Loretta Goggi non balla bene come Raffaella Carrà e però fa le imitazioni. È famosa per questo e ha un grande talento [00:38:00] comico e fa benissimo le imitazioni. Nasce da Canzonissima 72 ... nasce una carriera da soubrette come le chiamavano in quegli anni per Loretta Goggi che va avanti fino ai giorni nostri anche se poi per molti anni Loretta Goggi non compare più in video. Adesso è di nuovo onnipresente. La canzone, la sigla ‘Vieni Via Con Me (Taratapunzi~e....)’ è altrettanto famosa rispetto [00:38:30] a quelle che abbiamo descritto. E certo. Poi, dopo Loretta Goggi, Loretta Goggi fa solo un anno, dopo Loretta Goggi arriva Mita Medici e anche lei con Pippo Baudo. Discreta fama non quella di Loretta Goggi, ma anche lei incontra un grande successo. La canzone si chiama ‘A ruota libera’, la sigla. Però quelli sono gli ultimi anni di Canzonissima. Canzonissima comincia a perdere forza. E infatti l'ultimo anno, [00:39:00] che ha un Il grande ritorno di Raffaella Carrà, che stavolta la conduce da sola insieme a una coppia di famosissimi comici Cochi e Renato, la Canzonissima passa al pomeriggio, non è più la sera, non è più il sabato sera. E il grande smacco dell'ultima edizione di Canzonissima è che la serata finale non viene trasmessa in televisione in diretta perché [00:39:30] c'è uno sciopero e vengono annunciati i vincitori - parlo di vincitori non di vincitore perché si tratta di una coppia di Wes e Dori Ghezzi - dagli annunciatori televisivi, da un annunciatrice che dice ‘la puntata della finale di Canzonissima è stata vinta da Dori Ghezzi con ‘Noi due per sempre’.’ Da notare perché era importante dire chi cantava la canzone e chi e che canzone era. Perché poi i vincitori di Canzonissima, [00:40:00] così come oggi per il Festival di Sanremo, andavano di diritto all'EuroFestival che non era importante come oggi però già c'era. E se ci pensiamo un attimo, l'EuroFestival del 74 è quello degli Abba, è quello degli Abba con Waterloo. Quindi parliamo di anni importanti anche per la musica mondiale o europea.

 

Rachel Haworth: [00:40:24] There’s so much to say about Canzonissima that really I think we’ve only just started [00:40:30] to scratch the surface today, but Giancarlo, I’m going to ask you to try to draw our programme to a close by commenting on the show’s significance for Italian audiences. What did and what does Canzonissima mean for TV viewers and what do you think is Canzonissima’s cultural significance as a piece of TV history?

 

Giancarlo Lombardi: [00:40:58] Allora la cosa importante [00:41:00] da dire qui è secondo me che abbiamo parlato molto dei presentatori, abbiamo parlato del format, abbiamo parlato poco dei cantanti e una delle cose molto interessanti è che Canzonissima, soprattutto gli ultimi dieci anni di Canzonissima, hanno permesso letteralmente di mettere due generazioni a confronto su un ring. E quello che si consumava era una sfida fra vecchio e nuovo e [00:41:30] su chi partecipava più vivamente. Non a caso una delle sfide più appassionanti era quella fra Claudio Villa e Gianni Morandi, in generale vinta da Gianni Morandi. Morandi vince molte edizioni di Canzonissima. Quando smette di vincerle? Quando arriva Massimo Ranieri, che era più giovane di poco di Morandi e che veramente rappresentava per il Sud quello che il Nord aveva rappresentato [00:42:00] Gianni Morandi. Però anche se si vede chi vince dopo, Wes e Dori Ghezzi, Gigliola Cinquetti, si vede pure che a un certo punto c'è molto meno interesse, c'è molto meno passione. Gli anni di Gianni Morandi sono pure gli anni di Rita Pavone, quindi sono degli anni in cui la musica è centrale, in cui al cinema si fa musica. Sono gli anni del musicarello. Che cosa ha rappresentato Canzonissima? Ha rappresentato l'importanza della musica [00:42:30] per la cultura popolare italiana. E non parliamo di musica lirica, parliamo di musica popolare. Canzonissima ha rappresentato veramente il focolare elettronico. Di nuovo l'idea che ci fosse qualcosa il sabato sera, se stavi a casa che ti invitava a restare a casa perché Canzonissima era profondamente coinvolgente per tutti. Rimane un pezzo di storia, un pezzo di memoria, un pezzo [00:43:00] di immaginario culturale italiano e che purtroppo non viene condiviso da ... ormai siamo, non siamo così tanti a ricordarcelo così vivamente. E quindi meno male che c'è YouTube, meno male che ci sei tu che fai queste cose perché è veramente senno destinato all'oblio. E invece è un pezzo... è uno degli episodi più importanti della televisione italiana.

 

Rachel Haworth: [00:43:26] I agree! Thank you, Giancarlo, for that wonderful explanation [00:43:30] of why Canzonissima is so important. And thank you also for joining me to talk about that fantastic show.

 

Giancarlo Lombardi: [00:43:37] È stato un piacere. È stato veramente un piacere.

 

Rachel Haworth: [00:43:40] And thank you to our listeners for coming with us on this exploration of some of the memorable moments of Canzonissima, that reference point for other Italian varietà from the 50s, 60s, and 70s. Join me next time as we continue to explore more of these programmes, but this time [00:44:00] from behind the camera as we think about D, the directors of all these wonderful shows. Remember you can subscribe to the ‘TV Italian style’ podcast to make sure that you don't miss an episode. I'm Rachel Haworth. Thank you very much for listening.